San Paolo
→ December 31
Vera Uberti ha iniziato la sua carriera artistica nel 2001 iscrivendosi al corso di Arti Visive della Fondazione Armando Alvares Penteado – FAAP a San Paolo, in Brasile.
L’intento iniziale era quello di imparare a dipingere ma ben presto è stato sostituito dall’interesse per una ricerca più immersiva. Le sue opere dialogano con l’architettura e il paesaggio naturale, individuati dall’artista non solo come tela su cui dipingere, ma anche come un invito rivolto allo spettatore a farsi coinvolgere nell’opera d’arte stessa, non solo per ammirarla, ma per farne parte.
Prestazione
Partecipazione, interazione e coinvolgimento del pubblico
Interazione con la città (traffico bloccato)
Trasformazione delle abitudini quotidiane
Sorpresa / straniamento
Ironia / provocazione
Attivazione dell’immaginazione / sviluppo della fantasia
Interrogarsi e riflettere su cosa sia l’AMORE e se possa cambiare il mondo in modo positivo
Indagine sulla psiche e sul comportamento umano
Positività / speranza e partecipazione dell’arte al processo di costruzione di un mondo migliore
Giocare con le persone, sorprenderle, farle ridere ma, allo stesso tempo, sollevare una questione importante, sicuramente una delle più importanti della nostra vita, che è il fatto di amare e sentirsi amati. Dalla presenza o assenza di questo sentimento scaturiscono tutti gli altri: paura e coraggio, vulnerabilità e fiducia, autostima e insicurezza, gioia e tristezza…
Diffondere l’amore in giro per la città con un oggetto legato all’immaginario fiabesco e al mondo dei bambini, un mezzo che provoca incanto per il suo potere di volare, di essere liberi e di lasciarsi guidare dal vento, di accedere a luoghi dove il nostro corpo non può arrivare, è un atto semplice e potentissimo che non lascia indifferenti: è impossibile, o almeno molto difficile, non guardare il cielo e sorridere quando si vedono i palloncini volare liberi nell’aria. Forse è il ricordo di un palloncino smarrito, o semplicemente il ricordo di una gioia provata da bambini quando si stringeva tra le mani un oggetto magico capace di farci sognare. Può il mondo essere un posto migliore se diffondiamo l’amore in città o siamo troppo occupati per riuscire a sorridere quando vediamo un palloncino volare libero nell’aria?
Intervento e appropriazione estetici dello spazio pubblico
Prestazione
Partecipazione, interazione e coinvolgimento del pubblico
Azione metaforica: annodare i tessuti per unire e mettere in connessione persone, desideri e sogni
Adeguatezza / inserimento nel contesto in cui viene eseguita la prestazione
Lavoro sul materiale di scarto, riuso e riciclo
Trasformazione delle abitudini sociali e quotidiane
Sorpresa / straniamento
Partecipazione / coinvolgimento / collaborazione del pubblico
Ironia / provocazione
Attivazione dell’immaginazione / sviluppo della fantasia
Interrogarsi e riflettere su come possiamo desiderare e agire positivamente per noi stessi e per gli altri
Potere evocativo e attivatore del sogno
Indagine sulla psiche e sul comportamento umano
Credenze popolari
Positività / speranza e partecipazione dell’arte al processo di costruzione di un mondo migliore
Legare è un processo spirituale utilizzato, soprattutto in Umbanda, con l’intento di unire due persone. Si tratta di una credenza popolare secondo la quale la persona che lega desidera rafforzare un legame emotivo con un’altra persona utilizzando l’energia positiva dell’universo. Può essere utilizzato anche per risolvere problemi d’amore richiedendo l’aiuto di guide spirituali o Orixás. I brasiliani, più che interrogarsi su quale significato ciò possa avere nella realtà, sono pronti a credere, partecipare, vivere e arricchire l’esperienza proposta.
Il Brasile è infatti un paese dal forte sincretismo religioso, dove Santi cattolici e Orixás si uniscono, accentuando la fede dei brasiliani attraverso tutti i tipi di credenze popolari.
Attraverso l’attivazione estetica di questa credenza popolare si propone al pubblico una nuova esperienza che consiste nel chiedere ai fruitori di scrivere i propri sogni su un pezzo di stoffa e di collegarli a quelli degli altri, per costruire una catena di desideri positivi che viaggiano per la città.
Appropriazione e interventi estetici e critici nello spazio pubblico
Utilizzo di oggetti di uso quotidiano (segnaletica)
Trasformazione delle abitudini sociali quotidiane
Sorpresa / straniamento
Partecipazione / coinvolgimento / collaborazione del pubblico
Ironia / provocazione
Attivazione dell’immaginazione / sviluppo della fantasia
Interrogarsi e riflettere su cosa sia la FELICITÀ e se esista
Indagine e osservazione della psiche e del comportamento umano
Credenze popolari
Positività / speranza e partecipazione dell’arte al processo di costruzione di un mondo migliore
La città come tela bianca su cui è possibile immaginare e creare un mondo più leggero, più colorato, più fantastico, tanto irreale quanto concreto.
Vorrei che le persone che attraversano questa linea immaginaria rimanessero sorprese dall’indicazione che contiene e potessero, almeno per qualche secondo, provare cosa vuol dire sentirsi felici per sempre – che in realtà è un sentimento utopico. Portare questa utopia nel mondo reale descrive il mio modo di intendere l’operazione artistica.
Trattandosi di un segnale stradale identico a quello utilizzato dal Comune per identificare strade, piazze, viali, un servizio di estrema importanza per i cittadini, in molti hanno scritto al giornale locale per sapere se fosse vero che esistesse un segnale rivolto alla Linea della Felicità: il fatto è curioso e sintomatico in quanto dimostra quanto vogliamo credere nelle cose che desideriamo e quanto ciò che crediamo vero possa diventare realtà. La Linea della Felicità passa di lì, passa per tutti coloro che vogliono credervi. Un’utopia, un luogo che non esiste, un’illusione, un sogno, una fantasia che diventa realtà.
Il mondo sarebbe un posto migliore se potessimo oltrepassare la linea della felicità ogni volta che ci accade qualcosa di triste. Può, quest’opera, aiutarci a credere che quando supereremo la linea della felicità saremo più felici o siamo troppo seri per credere a queste “sciocchezze”?
Intervento e appropriazione estetici dello spazio pubblico
Prestazione / Gioco
Adeguatezza / inserimento nel contesto in cui viene eseguita la prestazione
Partecipazione, interazione e coinvolgimento del pubblico
Trasformazione delle abitudini sociali e quotidiane
Sorpresa / straniamento
Ironia / provocazione
Attivazione dell’immaginazione / sviluppo della fantasia
Interrogarsi e riflettere sul nostro essere al mondo: la sfida di conoscere e affrontare noi stessi
Indagine e osservazione della psiche e del comportamento umano
La pensatrice è una performance tenutasi su un importante viadotto di San Paolo, in quanto è stato il primo ad essere costruito in città ed è caratterizzato da un intenso flusso di utenti che lo attraversano quotidianamente. Il Viaduto do Chá, oltre ad essere una delle principali cartoline della città e il palcoscenico dei grandi eventi cittadini, è anche un immenso camelódromo irregolare dove venditori ambulanti, indovini, artisti di strada occupano e si contendono lo spazio fianco a fianco e quotidianamente alla ricerca di visibilità e clienti.
La performance consiste in una partita a scacchi solitaria con la scacchiera appoggiata su un tavolo e uno sgabello vuoto davanti al giocatore in attesa di qualcuno con cui giocare insieme.
Un’azione per provocare un’interazione con i passanti. Un invito al quale nessuno ha risposto attivamente. Nessun passante è stato infatti disposto a sedersi sullo sgabello e giocare con il giocatore. Solo pochi occhi curiosi si sono fermati momentaneamente ad osservare l’insolito evento. Per molte altre persone, frettolose e concentrate sul proprio cammino, lo spettacolo è passato inosservato in mezzo a tanti passanti e venditori ambulanti sparsi lungo il percorso.
Nel frattempo, il gioco si creava da solo, ritraendo l’artista concentrata nel proprio gioco, immersa nei suoi pensieri e/o in lotta con la propria interiorità.
Ispirata alla nota opera scultorea di Auguste Rodin Il Pensatore, la performance ritrae una donna dal pensiero libero, determinata a superare i propri limiti attraverso la sua arte.